
Collegamenti tra il fenomeno dei rapimenti alieni e la tecnologia dei micro-impianti.




Controllo Mentale – Parte 1


Controllo Mentale – Parte 2


- 1. Il CNRS francese, ci riporta il volume 265 di Science del 16 settembre 1994, ha sintetizzato un transistor completamente composto in materiale organico. Non vi sono elementi metallici. Si parla già di ‘cellule elettroniche’. Sarà utilizzabile per applicazioni biologiche ed è tanto resistente ed efficiente da poter soppiantare in pochi anni i microchip attuali.
- 2. Riporta il numero 11 di Defense News del 20-26 marzo 1995, che il Laboratorio di Ricerche Navali a Washington, come affermato dall’ex direttore Pat Cooper, sarebbe riuscito a far crescere neuroni viventi su chips di computer. La ricerca, portata avanti dal dottor Joel Schnur, ha condotto alla creazione della tecnica Hippocampal Neuron Patterning (Modellazione Neurone Ippocampale), la quale apre prospettive di utilizzo di animali ed umani comandati via computer per azioni di guerra. Il risvolto ‘positivo’ delle ricerche potrebbe essere quello di ampliare infinitamente la memoria umana utilizzando questi chips per l’immagazzinamento di informazioni. Tutto questo, prima coperto dal più stretto riserbo, è trapelato in un congresso della Difesa americana.
- 3. All’Istituto di biochimica Max Planck a Martinsried in Germania dei biologi sono riusciti ad interfacciare un chip con un neurone di una sanguisuga. Il chip emettendo segnali elettrici interagisce con il neurone della sanguisuga riuscendo a stabilire un contatto che determina un vero e proprio dialogo con l’animale. Il risultato è stato quello di riuscire ad indurre l’organismo a procedere in avanti o indietro ‘a comando’.
- 4. Il Daily Mail del gennaio 1997 ci riporta la notizia riguardante gli esperimenti condotti da ricercatori dell’Università di Tokyo. Questi hanno testato un sistema in grado di robotizzare uno scarafaggio sostituendo alle antenne e alle ali di questo un microchip. Possono quindi ‘controllare’ lo scarafaggio e munirlo di telecamera per utilizzarlo in situazioni ove sarebbe impossibile l’utilizzo di mezzi più ingombranti.
- 5. I laboratori di ricerca inglesi del gruppo Thorn-EMI hanno messo a punto un chip ad effetto di campo sensibile agli ioni che permetterà di creare veri e propri laboratori chimici in miniatura.
- 6. Un’équipe di ricercatori della British Telecom ha prodotto un particolare tipo di chip in grado di immagazzinare una quantità di dati finora inimmaginabile. L’applicazione prevista sarà quella di utilizzare questo chip in ‘registratori vitali’ in grado di rendere possibile l’immortalità (almeno si pensa) potendo trasportare un chip riempito di tutte le emozioni e conoscenze dell’individuo ‘di origine’ su un ‘individuo ricevente’ che automaticamente, interfacciando opportunamente questo chip al cervello, diventerà l’individuo di origine. Una sorta di ’scatola nera dell’individuo’ o ’soul catcher’ (acchiappa-anima).
- 7. All’Atlanta Veterans Affaire Medical Centre, è stato sperimentato con successo un tipo di chip introdotto nel cervello di un uomo colpito da ictus. Questi, prima impossibilitato anche nelle funzioni respiratorie come nell’articolazione delle parole, riprende possesso del suo corpo grazie alle stimolazioni elettriche indotte dal chip nei centri nervosi cerebrali. Parla tramite un computer che riceve gli impulsi mandati dal chip ad un ricevitore che trasforma questi in modulazioni sonore che permettono la sintesi di parole.
- 8. Al MIT di Cambridge, negli Stati Uniti, si stanno sperimentando i primi chip farmacologici. Piccoli computer che ingeriti come delle pillole, erogheranno, all’interno dell’organismo del paziente, le sostanze di cui ha bisogno.
- 9. Ricercatori inglesi stanno pensando di collegare in rete le menti delle persone in una internet mentale. Attraverso un chip impiantato nel cervello, sarà possibile collegarsi direttamente alla linea telefonica e percepire, tramite stimolazioni elettriche del nervo ottico, le immagini mandate dalla rete direttamente sulla retina, gestendo il collegamento solo col pensiero.
- 10. Il 2 marzo 1990 la Banca Nazionale di Westminster ed il Gruppo NatWest inventano il sistema MONDEX, sistema di pagamento elettronico internazionale. Oggi tale sistema è stato sottoscritto da moltissimi colossi industriali, bancari e del settore telefonico e si stanno sperimentando chip multifunzionali innestati sottopelle per effettuare pagamenti, e per l’identificazione degli individui e per la localizzazione globale.Il traguardo si intuisce. Lontani da ogni citazione da ‘grande fratello’, l’impressione che si ha dei nuovi limiti che la ricerca sta infrangendo, è che un domani a qualcuno farà comodo un mondo interconnesso direttamente fra le persone. Da almeno una decina di anni controlliamo gli animali con ogni sorta di impianti. Domani saremo noi stessi gli impiantati controllati da qualcuno. Tutto ciò non sconvolge più di tanto. Da parecchi anni, infatti, anche il fenomeno ufologico dei rapimenti sta assumendo caratteristiche sempre più da ‘controllo globale’. Lo stesso che forse noi attuiamo sugli animali per scopi benevoli come la preservazione di specie a rischio e finalità di studio. La tecnologia che pian piano stiamo adottando, quindi, è sempre più simile a quella avanzatissima che si riscontra nell’impiantistica ‘aliena’ (o presunta tale), rinvenuta nei ‘rapiti’. Le zone del corpo ove questi vengono rinvenuti, sono proprio quelle zone che biologicamente fanno da autostrade degli impulsi elettrici del corpo umano, quelle zone che vengono studiate proprio dai programmi di ricerca illustrati per un interfacciamento fra uomo e computer, per un’utilità pratica (reciproca?) fra uomo-mente e computer-braccio.Ci sono sempre più similitudini fra la presunta tecnologia aliena dei micro – impianti e quella terrestre nello stesso settoreAlcuni ricercatori del MIT stanno sperimentando con enorme successo quelli che probabilmente saranno i computer di domani: i wearable computer (computer indossabile). In che consiste questo nuovo tipo di ‘abbraccio’ fra uomo e macchina è semplice dirlo: distribuite per tutto il corpo ci saranno tutte le componenti essenziali di un PC odierno: memoria di massa, interfaccia video ed audio, mouse, monitor, cuffie. Il tutto non occuperà uno spazio maggiore di un walkman. C’è già chi, utilizzando le applicazioni di questi nuovi dispositivi, sta immaginando i possibili utilizzi pratici che potrebbero, a loro dire, migliorare la vita.C’è tutta una folta schiera di tecnici ed ingegneri che sta riducendo ai minimi termini i wearable computer rendendoli soltanto ad un’interfaccia cervello-chip. Dall’esperienza più che decennale dell’utilizzo di impianti radio sugli animali, si stanno iniziando a produrre degli impianti per umani dagli utilizzi più vari. C’è chi fra gli industriali statunitensi, ritenendosi a rischio rapimento, si sta facendo impiantare sotto pelle dei chip satellitari per la localizzazione in caso di sequestro; c’è chi fra gli ingegneri informatici più all’avanguardia, si è fatto impiantare dei radio chip in grado di far funzionare tutti gli elettrodomestici al solo avvicinarsi della persona; c’è chi, inoltre, sta pensando di impiantare su tutti noi, sin dalla nascita, un chip personale ed identificativo unico per ogni individuo, che registri in sé tutte le informazioni dell’ ‘ospite’, cosicché semplicemente passando appositi scanner sulla persona si sappia vita, morte e miracoli in barba a tutti i diritti di privacy.Ma naturalmente, è inutile negarlo, chi muove le redini della ricerca e delle industrie affinché tali sistemi si diffondano, pensa più alle ricadute economiche piuttosto che a quelle etiche o evolutive. Se un’idea, qualsiasi essa sia, muove soldi, è una buona idea. Ciò equivale anche a dire che se qualcuno può far affluire a sé fiumi di danaro con idee che esteriormente semplificano qualche aspetto della vita comune, cercherà in tutti i modi di promuovere e diffondere tale idea.Ma che succede allora quando un’idea ha come ricaduta la revisione del concetto di moneta, pagamento e danaro? Visto l’andamento scientifico che sembra tendere ad una globalizzazione forzata tramite mezzi informatici che tendono sempre più a controllare gli individui, come si può non guardare con sospetto alla creazione di un nuovo tipo di moneta elettronica impiantata sotto pelle?
Il concetto di Mondex
Quest’ultima applicazione della miniaturizzazione e dell’informatizzazione delle azioni umane sembra essere ben più drammatica e potenzialmente dannosa di quanto appaia. Se da un lato un sistema di pagamento elettronico potrebbe di fatto eliminare in un attimo il soldo fisico, sostituendolo con uno virtuale, il suo abbinamento a tecnologie invasive come quella dell’impianto di chip multifunzione sotto pelle per essere identificato al solo passaggio di uno scanner sul proprio corpo, fa certamente venire in mente, ripetiamo, ciò che noi facciamo con gli animali per fini di controllo e di studio. Ma tali tecnologie (per schedare gli individui e per utilizzi economici) applicate agli umani, in mano a qualche uomo potente (economicamente e politicamente) non potranno essere utilizzate in modo sbagliato? Oggi ciò che una persona possiede (economicamente) può anche essere riposto in un cassetto e contato ed accumulato autonomamente; domani ciò sarà virtualmente fatto da macchine che attribuiranno un valore economico allo spazio disponibile nella memoria di un computer, gestito da qualche azienda specializzata. Sarà impossibile poter prelevare dei soldi dalle banche poiché i soldi (e le banche come le concepiamo oggi) non esisteranno.A tutto questo scenario, tutt’altro che ‘tangibile’, si aggiunge il fatto che non avremo neanche la possibilità di attribuire un valore monetario ad una semplice carta magnetica, così come avviene oggi con le carte di credito o le bancomat: queste saranno sostituite da chip impiantati sotto pelle che oltre a contenere le informazioni sul nostro conto bancario, conterranno informazioni quali l’identità, la residenza, lo stato sociale di un individuo. Al solo passaggio della nostra persona nei pressi di appositi rilevatori di chip come questi si potrà pagare, comunicare il nostro codice fiscale, far conoscere al medico le malattie avute nell’infanzia e quant’altro si possa immaginare (e si voglia magari tenere riservato). Si capirà bene che tutto ciò non è altro che una equivalenza fra individuo e ciò che è e che possiede. Dato che il sistema MONDEX è stato brevettato in tutto il mondo (in società con la Mastercard), è stato sottoscritto dalle più grandi aziende mondiali che offrono servizi come la telefonia cellulare (si ricorda che è la stessa Motorola che ha prodotto tale tecnologia), il mondo informatico e le software house, consorzi bancari e tanti altri settori economici.C’è il reale rischio che fra breve ogni individuo sarà esattamente ciò che possiede! Ognuno di noi non avrà più la possibilità di gestire materialmente danaro o valori di altro genere ma trasporterà con sé ‘l’informazione’ di ciò che possiede. Tutto questo gestito da una eterea oligarchia di individui che ben conoscono già oggi i vantaggi di una moneta mondiale virtuale, non controllabile se non da chi ne ha i mezzi e le autorizzazioni (queste ultime potranno anche essere negate al singolo individuo che vorrà semplicemente controllare il proprio conto bancario o quanto possiede nel proprio portafoglio virtuale), ben sanno quanto le economie mondiali siano da traino per tutti gli altri settori dell’agire umano (già oggi il consumismo è addirittura alla base delle ricerche scientifiche). Tutto questo vuol dire che un sistema di moneta elettronica sotto pelle potrà rappresentare un cavallo di Troia presente in ognuno di noi, una falsa tecnologia che rende più semplici le attività umane ma che di fatto renderà schiava la popolazione mondiale che accetterà il compromesso (ed annullerà chi non potrà o non vorrà farlo), schiava di un nuovo bisogno creato a tavolino da chi oggi muove le leve dell’ordine mondiale. Non si vogliono creare paure da ‘Grande Fratello’, ma si vuole rendere manifesto un pericolo incontro al quale stiamo andando.I microchip brevettati e prodotti dalla Motorola per la MONDEX (US. Pat. No. 5,513,272) hanno caratteristiche che per i profani possono sembrare la giusta e prevista evoluzione delle tecnologie in uso già da un decennio per l’identificazione animale. Ma le caratteristiche di tali chip sono ben più peculiari di quanto sembrino. Questi microchip misurano tra i 5 ed i 7 millimetri di lunghezza e 0.75 millimetri di larghezza. Il chip consente di contenere fino a 34 miliardi di combinazioni di codici identificativi. Sarà quindi possibile, a dire dalle documentazioni disponibili, memorizzare il nome ed il cognome della persona; la foto del suo viso; il numero di sicurezza sociale con codici internazionali inclusi; le impronte digitali; la descrizione fisica; la genealogia della famiglia; l’indirizzo; l’occupazione; l’appartenenza religiosa; la certificazione penale; dati sulla storia medica della persona.Al loro interno prende posto una batteria ricaricabile agli ioni di litio (si ricaricherebbe grazie alle minime fluttuazioni di temperatura del corpo umano) ed un minuscolo trasmettitore radio in grado di colloquiare con i 66 satelliti in orbita bassa per determinare in ogni momento la posizione dell’individuo con un errore massimo di un metro. Proprio per il principio di ricarica della batteria utilizzata, si sono spesi più di un milione e mezzo di dollari per la ricerca del posto del corpo umano dove la temperatura varia più velocemente. I siti migliori sono risultati la fronte, alla radice dei capelli, e sul dorso della mano destra. C’è da notare che queste due zone del corpo sono quelle dove più frequentemente sono stati ritrovati gli impianti di presunta origine aliena.
Utilizzo delle tecnologie
A questo punto sono plausibili i dubbi sulle reali finalità di tali sistemi applicati sull’uomo (o meglio nell’uomo), sulla loro reale utilità confrontata con i relativi svantaggi che potranno procurare, sulle normali proteste di violazione della privacy che naturalmente scaturiranno. Se quindi si considerano anche le caratteristiche peculiari degli impianti dei ‘presunti’ rapimenti alieni, non si potranno che fare le seguenti considerazioni:
- 1. I rapimenti alieni non esistono: non sono gli alieni che rapiscono gli umani ma organismi occulti che tentano di sperimentare, senza il consenso delle cavie, mezzi e metodi di controllo di massa grazie agli impianti per riconoscimento e rilevamento geografico;
- 2. Le tecnologie come quella alla base del sistema MONDEX e simili sono la ricaduta tecnologica dello studio da parte di organismi occulti che hanno già studiato il fenomeno dei rapimenti alieni arrivando alla conclusione che il loro scopo è quello di studiare e seguire da lontano campioni della razza umana;
- 3. I rapimenti alieni erano (ed in parte sono ancora) il primo stadio di un controllo invasivo da parte di razze aliene della razza umana per vari fini (studio, controllo evolutivo, ibridazione e chi più ne ha più ne metta); le tecnologie ‘terrestri’ di impiantistica come quelle del sistema MONDEX sono, quindi, l’ultimo, più ufficiale, stadio di controllo, magari in accordo con alcuni governi mondiali.Al di là di queste ultime possibilità esplicative dei reali scopi delle tecnologie terrestri descritte, ed al di là delle similitudini con la ‘presunta’ impiantistica di tipo alieno, si sta per compiere un salto di qualità nella cosiddetta ‘globalizzazione’. Forse stiamo assistendo ad una normale fase evolutiva della razza umana, forse si tratta di una deformazione del tanto desiderato Villaggio Globale, ma una cosa è certa: il limite fra una tecnologia al servizio dell’uomo e un uomo succube della tecnologia sta sempre più restringendosi ed è doveroso da parte di tutti aumentare la soglia minima di attenzione da porre sull’utilizzo corretto di tali tecnologie invasive.
COLLUSIONE TRA ORGANISMI MILITARI SPECIALI – SEGRETI – E UNA O PIU’ SPECIE ALIENE: LA TESTIMONIANZA DI MELINDA LESLIE ED ALTRI ADDOTTI

La tesi di una commistione umano-aliena nella gestione del fenomeno dei rapimenti, è altresì condivisa e confermata da svariate testimonianze di addotti (ossia rapiti). Una di queste è Melinda Leslie, della contea di Orange, in California (- USA -), a capo di un gruppo di sostegno per quelle persone che ritengono di essere state oggetto di rapimento alieno. Nel novembre del 1995, nell’ambito di un suo intervento al 5° Congresso Internazionale sugli UFO svoltosi a Mesquite (USA), Leslie affermò che più di tre dozzine di persone, le quali ritenevano di essere state portate a bordo di velivoli alieni – inclusa lei stessa -, successivamente sono state nuovamente rapite ma, questa volta però a condurre il ‘gioco’, sarebbero stati dei militari – umani a tutti gli effetti -, i quali li sottoposero a stringenti interrogatori e ad esami medici. Leslie ha affermato che degli individui del genere (ossia dei terrestri) a bordo di un ‘triangolo volante’ l’hanno rapita e portata in un’installazione sperimentale sotterranea. Lì, degli uomini con indosso delle tute antiradiazioni l’hanno sottoposta ad un accurato esame clinico di tipo ginecologico, e ad altri esami medici. Leslie fu rapita una seconda volta da individui umani appartenenti allo stesso gruppo od organizzazione, ed interrogata da un ‘capitano militare’ con i capelli rossi, il quale le chiese di raccontargli tutto quello che sapeva sugli alieni che, per primi, l’avevano rapita. Uomini in uniforme, ossia dei militari terrestri, erano anche presenti durante alcune esperienze di rapimento alieno, incluso in uno – sul totale di una mezza dozzina – che Leslie ha subito. Quest’ultima, insieme ad altri addotti, è stata sottoposta a ripetuti periodi di sorveglianza ed altri abusi da parte di questi stessi individui. Secondo Leslie, a ‘tirare le fila’ di un tale ‘programma’ c’è il governo USA, o una frangia occulta dello stesso, oppure, una organizzazione militare, operante – anche – sotto una copertura civile. Tutto ciò è in stretta relazione con il cover-up sulla questione UFO. Una qualche organizzazione, per conto del governo degli Stati Uniti, sta costruendo ‘dischi volanti terrestri’ facendo ricorso a tecnologia aliena ed a piloti alieni affiancati da militari.
Melinda Leslie ha anche affermato che, facendo ricerche sulle sue esperienze di rapimento, ha parlato con diverse persone le quali hanno affermato di essere state coinvolte in operazioni governative segrete. Sulla base di tali conversazioni, la Leslie ritiene che degli umani, i quali agiscono nell’ambito di organismi governativi segreti, potrebbero interagire con tali alieni nell’ambito di una qualche forma di parthership collaborativa. Nello stesso tempo però, poiché i terrestri non si fiderebbero degli alieni, i primi – agendo sugli addotti – cercherebbero di carpire maggiori informazioni sui secondi, nel tentativo – forse – di scoprire le vere intenzioni e/o eventuali punti deboli dei ‘visitatori’.Leslie sta lavorando con Kathy Kasten (anche quest’ultima oggetto di abductions sia da parte di alieni che da parte di umani), per convincere il Dipartimento Federale della Salute e dei Servizi Sociali ad indagare su tale presunta ‘organizzazione segreta governativa’ composta da umani, responsabile, secondo le due ricercatrici, dei numerosi casi di ri-abductions di matrice terrestre. Tale indagine si rende necessaria in quanto, secondo le leggi federali – attualmente in vigore negli USA -, tutti i soggetti umani coinvolti in programmi di ricerca medico-scientifici debbono firmare un documento dal quale risulti il loro ‘consenso informato’ ad essere sottoposti ad una tale sperimentazione. A quest’ultimo proposito, Leslie ha aggiunto che, in data 29 agosto 1995, Kathy Kasten ha ricevuto una lettera da parte di Lana R. Skriboll (direttrice del National Institute of Mental Health’s Office of Science Policy and Programm Planning) in cui – quest’ultima – spiega che l’Agenzia ha bisogno di maggiori informazioni dalle presunte vittime di ri-abductions oltre, naturalmente, ai dati anagrafici, l’indirizzo ed il numero della tessera sociale, prima di poter prendere qualsiasi decisione in merito alla richiesta d’indagine (3).Quanto detto finora, sostiene in pieno le conclusioni preliminari raggiunte – già nel 1996 – dal fisico americano Dr. Helmut Lammer, nel suo studio relativo allo specifico aspetto di una comprovata collusione tra militari ed una qualche specie aliena nella complessa faccenda delle abductions di umani. Il Dr. Lammer ha denominato tale programma di studio con l’acronimo di ‘ M.I.L.A.B. ‘ – Military Abductions of Alleged Ufo Abductees – , ossia ‘rapimenti militari di asseriti rapiti ufo’. In detta ricerca difatti, viene dimostrato come – i militari coinvolti nei rapimenti – usino gli addotti (o rapiti) come delle cavie per esperimenti sul controllo della mente e per testare armi a micro-onde. In altre parole, le agenzie d’intelligence usano il fenomeno dei rapimenti alieni come copertura per i loro esperimenti illegali (4).Un’altra conferma, circa l’esistenza di un programma governativo statunitense concernente il controllo della mente di esseri umani, è data dal carteggio relativo ad una causa legale – intentata dal Signor John St. Clair Akwei – nei confronti dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale statunitense (NSA), in cui vengono svelati i retroscena di uno spaventoso dispiegamento di tecnologie e programmi finalizzati al controllo degli individui e, quindi, delle varie società umane. Il documento in questione è stato depositato presso la Corte di Washington D.C. e contrassegnato come ‘causa civile n° 92-0449 (5)’.
Analisi degli impianti
A proposito della forma e composizione di tali impianti, il ricercatore Derrel Sims ha affermato di aver estratto, dal corpo di una ventina di rapiti, altrettanti ‘oggetti’ quali pietre, sferule d’oro, barrette metalliche di varia forma e cristalli. Sottoposti a specifiche analisi, tali ‘impianti’ sono risultati – tutti – essere composti da elementi quali l’Ossigeno, il Carbonio, il Titanio, lo Zolfo, il Bario ed il Berillio. Non è stata trovata traccia, invece, di alcuna parte elettrica (6). Gli ‘oggetti’ in questione si trovano avvolti in una sorta di robusta membrana scura composta da strati concentrici di cellule fibroblastiche tipiche del tessuto connettivo, materiale extracellulare tipo collagene, ed alcune fibre esterne di collegamento al tessuto circostante. In effetti, il corpo umano produce naturalmente un tale tipo di calcificazioni, sia in seguito all’intrusione accidentale di un corpo estraneo come un frammento di vetro, legno o metallo, sia in seguito ad un evento traumatico come un urto violento contro uno spigolo o altro (7).In un congresso ufologico tenutosi a Long Island (USA) alla fine del 1991, Richard Price, un giovane uomo, prematuramente invecchiato secondo i suoi familiari, affermò di essere stato rapito quando aveva solo otto anni da alcuni esseri alieni che gli impiantarono un piccolo oggetto nell’addome. Molti anni dopo, nel corso di un controllo medico, gli venne localizzato – nel basso addome – un piccolissimo ‘corpo estraneo’ sotto la cute, che lo stesso Price finì con estrarre con le unghie, dopo non pochi tentativi. Sottoposto ad analisi, l’impianto in questione è risultato essere composto di tre parti: una interno di colore ambra, un rivestimento esterno bianco e sei piccole appendici adiacenti. Osservato al microscopio elettronico, detto rivestimento è risultato essere composto da elementi quali il Carbonio, il Tantalio, l’Ossigeno ed il Nitrogeno. La sua parte interna, invece, era completamente trasparente. Secondo l’opinione di uno degli investigatori del caso, si tratterebbe di un micro-apparato biologico – non elettronico – di circa 4 mm. di spessore, dotato di cavi o connettori (8). Diversi ‘impianti’ risultano composti da una sorta di metallo nero, lucido, fortemente magnetico, caratteristica, quest’ultima, che però scompare dopo l’estrazione dal corpo del soggetto. Inoltre, se irradiati con la luce ultravioletta, questi stessi ‘corpi estranei’ risplendono di una brillante luce verde (9).David Pritchard, fisico del Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha compiuto un approfondito studio su di un presunto impianto, situato negli organi genitali di un uomo che sosteneva di essere stato oggetto di un rapimento alieno mentre si trovava nella sua casa di New York, nel 1955. Lo studio in questione è basato sull’analisi del ‘corpo estraneo’ con uno spettroscopio per masse ioniche, un microscopio ottico e uno elettronico. Alla fine Pritchard ha dichiarato di non essere in grado di identificare con esattezza l’oggetto. Tuttavia, egli ha aggiunto che ciò non vuol dire che si tratti di un oggetto fabbricato da alieni. Tanto più che ‘…l’analisi non evidenzia nessun elemento che non sia di origine terrestre’. Pritchard, che non è uno che crede negli UFO ma neppure uno scettico per convinzione, ha altresì aggiunto che ‘…l’oggetto non sembra essere fabbricato, semmai presenta tutte le caratteristiche di un qualcosa che si è sviluppato internamente all’organismo del soggetto…..ma è anche possibile, però, che gli alieni siano così astuti da realizzare congegni ‘mimetizzati’ ossia con l’aspetto prosaico di un prodotto naturale dell’organismo umano’ (10).
Ipotesi sugli impianti
Secondo il ricercatore Derrel Sims, tali micro apparati potrebbero essere dei neurotrasmettitori di un tipo a noi sconosciuto. Qualcosa di simile a certi chips che noi usiamo per monitorare gli spostamenti e l’attività biologica di molte specie animali. Tali impianti potrebbero essere destinati a registrare le variazioni dei tassi enzimatici dell’organismo umano, ovvero gli indicatori di determinate modificazioni organiche e fisiologiche presenti nella maggior parte delle specie viventi.Secondo noi, tali ‘apparati’ potrebbero essere dei trasduttori biocompatibili. Una sorta, cioè, di ‘diodi semiconduttori’ capaci di far ‘passare’ all’esterno solo determinati segnali elettro-chimici. Questi stessi sarebbero attivati ed ‘interrogati’ mediante l’invio – dall’esterno – di determinati segnali E.M., probabilmente nella banda delle micro-onde. Il loro funzionamento peraltro, come sembrerebbe essere dimostrato dalla caratteristica magnetizzazione ‘biologica’, potrebbe essere simile a quello dei metalli piezoelettrici con la differenza che, mentre questi ultimi producono corrente una volta posti a contatto tra loro, nel caso degli ‘impianti’ questi verrebbero alimentati dai naturali potenziali elettrici cellulari. Ciò non esclude, ovviamente, che – una volta attivati – questi stessi apparati possano fungere anche da trasmettitori nervosi e/o neurali, in grado cioè di interagire con il funzionamento di determinati organi come il cervello, le ghiandole endocrine responsabili dei livelli ormonali, ecc.
Conclusioni
Allo stato attuale dei fatti, non è possibile dare una risposta esaustiva alle domande ‘chi’ è l’autore e quale è il ‘fine ultimo’ delle abductions.Comunque, tenendo in debita considerazione dati di fatto quali:a) l’antichità del fenomeno UFO e, di conseguenza, la sua indubbia natura allogenab) l’antichità del fenomeno delle abductions, di cui ci sono giunte notizie ‘deformate’ dall’ignoranza e dalla superstizione (vedi testi biblici e i testi sacri del resto del mondo);c) le similitudini, più che evidenti, esistenti tra determinati programmi di monitoraggio e salvaguardia di specie animali a rischio, attuati sulla Terra da noi umani, con le modalità del fenomeno dei rapimenti e le varie ’spiegazioni’ – sul fine di queste – fornite agli addotti dai loro ‘rapitori’ ;d) l’esistenza di programmi di retro-ingegneria aliena gestiti da organismi militari e governativi segreti;e) l’esistenza e sviluppo, da parte di organismi segreti governativo-militari, di così detti ‘black projects’ legati a tecnologie per il controllo del comportamento e della mente umani;è molto probabile – dicevamo – che, la verità circa l’identità dei ‘rapitori’ ed il ‘fine ultimo’ del fenomeno delle abductions, debba ricercarsi – come spesso accade per molte altre cose – nel ‘mezzo’ delle diverse ed opposte tesi finora formulate. Ciò potrebbe voler dire che, in realtà, esisterebbe un fenomeno dei ‘rapimenti’ di matrice aliena ed uno, invece, di matrice umana. Nel primo caso, lo scopo di un tale tipo di attività potrebbe – in ultima analisi – considerarsi ‘umanitario’ o – quanto meno – non deleterio. Nel secondo caso, invece (relativo alla matrice umana – governativo/militare – ), conoscendo bene la natura malvagia dell’uomo, constatato – storia alla mano – che l’operato dei governi e delle istituzioni – in genere – persegue fini del tutto utilitaristici e, il più delle volte, in antitesi con gli interessi individuali e collettivi delle diverse società umane, è giocoforza dedurre che – l’attuazione del programma legato alle abductions di umani eseguito da corpi speciali militari e/o governativi – sia finalizzato alla realizzazione di un qualche scenario di controllo e di asservimento – globale – delle varie società umane nei confronti del potere centrale, dalle prospettive decisamente tenebrose per l’intera umanità. Una variante dello scenario appena descritto, è quello della commistione di detti organismi governativi terrestri con una frangia di alieni (contraddistinti – questi ultimi – da intenti esclusivamente utilitaristici o, quanto meno, da un atteggiamento indifferente nei confronti della nostra specie), nel quadro di un accordo che concederebbe libertà d’azione e copertura ai ‘visitatori’, in cambio di nozioni scientifiche e tecnologiche finalizzate allo sviluppo degli armamenti, nonché dei sistemi di controllo mentale individuali e collettivi.A proposito delle diverse ipotesi di soluzione prospettate, è ovvio che le stesse possono tranquillamente coesistere, salvo – poi – ad apportare le giuste modifiche allo scenario generale degli eventi in atto.E’ molto probabile che, una prima risposta, potrà scaturire dai risultati di esami di laboratorio – più approfonditi di quelli finora espletati – a cui si andranno a sottoporre gli ‘impianti’ estratti dal corpo di rapiti. Sempre che, ovviamente, le ricerche al riguardo si estendano sempre più a livello internazionale e gli eventuali risultati non vengano, come accade spesso, manipolati ed inquinati dai soliti ‘faccendieri’ dell’ufologia in combutta con le ben note agenzie d’ìntelligence, vere e proprie – queste ultime – ‘associazioni a delinquere’ poste a difesa dei più spregiudicati, bassi ed insani interessi governativi.
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